Nel 1877 un giovane bassanese reduce dalle battagli combattute insieme ai garibaldini a Bezzecca e altrove, e dopo avere imparato il mestiere del pasticcere presso la Pasticceria Tasca di Bassano, sposa la figlia del proprietario della Pasticceria, Caterina, e si trasferisce a Montebelluna dove a sua volta apre una Pasticceria.
 
 


 
Montebelluna si sta appena formando trasferendo il centro del mercato dal colle, poi chiamato Mercato Vecchio, al piano. È appena un primo agglomerato di case costruite attorno ad ampie piazze disegnate appunto per accogliere il mercato, piazze che anche nel nome lo identificano: piazza dei Grani, piazza dei Bovini, dei Suini, della Verdura, delle Scarpe, delle Stoviglie. Nomi che rimarranno a lungo negli anni nell’uso comune.
 
In quella che a lungo rimarrà col nome di piazza dei Grani diventerà la piazza principale del paese, e che successivamente verrà chiamata piazza Marconi, il giovane garibaldino e pasticcere, Bortolo Bernardi apre la sua pasticceria. Iniziativa alquanto azzardata perché siamo nel contesto di una economia misera, in un periodo di pellagra, dove il bene di consumo più usato è la polenta e il latte. Dove la risorsa più comune è l’emigrazione e dove l’unica risorsa è l’agricoltura a mezzadria.

 

 
Ma l’Offelleria Bernardi si insedia e si sviluppa perché è l’unica risorsa di un prodotto in qualche modo ricercato e in grado di soddisfare qualche cosa di bello e buono. Ci sono poi molte ville sparse nella campagna trevisana data da coltivare ai contadini, cioè le ville dove abitano i signori proprietari dei campi, che hanno la possibilità di comperare i dolci, di fare pranzi e feste. Cosa c’è di meglio di buoni prodotti dolci e raffinati da mangiare ed offrire agli ospiti? Bernardi li sforna nell’unica Offelleria della zona e dell’intera provincia ed il lavoro si rinforza.

Dal matrimonio con Caterina Tasca nascono cinque figli: Bruno, Bianca, Beatrice, Bellino e Benso. L’Offelleria consolidata permette a Bortolo Bernardi di allargarsi e di acquistare l’intero fabbricato dove è insediata la Pasticceria e numerosi altri locali.
 
Agli inizi del 1900 Bortolo muore ancora non vecchio. Il figlio Bellino a vent’anni viene richiamato alle armi nel corpo dei Bersaglieri. È il periodo del terremoto di Messina e Bellino Bernardi mandato in soccorso di quelle popolazioni si distingue tanto da ricevere un encomio solenne, una medaglia d’argento al valore civile ed il grado di Sergente. Ritorna a casa, ma un paio di anni dopo verrà richiamato alle armi perché inizia la prima guerra mondiale. Saranno anni durissimi anche per l’Offelleria retta dalla madre Caterina Tasca aiutata da chi è rimasto a casa, fino alla temporanea chiusura della Offelleria data la assoluta scarsità delle materie prime e del succedersi della guerra che porterà il fronte di battaglia in queste zone obbligando la popolazione a scappare. Bellino, intanto, in guerra si distingue sempre di più, riceverà vari riconoscimenti tra cui una seconda medaglia d’argento al valor militare e la promozione sul campo prima ad ufficiale, poi via via aumentando i gradi arrivando alla fine con il grado prima di Capitano, poi di Maggiore e Colonnello. Verrà ferito, preso prigioniero dagli Austriaci, portato in campo di concentramento fino alla fine della guerra. Ritornato come reduce, al proscioglimento dell’esercito e nel suo caso a Bologna presso la sede del sesto Reggimento Bersaglieri, viene comandato da ufficiale superiore a sovraintendente insieme a d altri ufficiali. A Bologna conosce, grazie al comune amico Mario Bergamo, Stella Neri e pochi anni dopo si sposano.

Non avranno figli, come gli altri fratelli Bernardi, tranne Bianca che sposatasi ad Istrana ne avrà una dozzina. Numerose altre vicende tra le due guerre. La seconda guerra mondiale porterà privazioni per mancanza di cibo e materie prime, la impossibilità di produrre dolci, e tanti lutti tra cui l’uccisione della sorella della Stella Neri, Italia, che morirà con il marito Luigi Cernuschi sotto le bombe di Bologna, lasciando due figli Serafina e Bruno. Il piccolo Bruno verrà accolto orfano in casa da Bellino e dalla Stella.
  
Nel periodo dell’immediato dopo guerra lentamente si riprende l’attività di Pasticceria, ma Bellino Bernardi, invecchiato, risente di varie difficoltà. Il nipote Bruno Cernuschi ben presto si impegna ad aiutare l’attività pur continuando gli studi finché negli anni cinquanta lascia l’università e prende in mano l’attività che via via rifiorisce.

Agli inizi degli anni sessanta si sposa con Alba Incerti e dopo aver liquidato i fratelli di Bellino, amplia e restaura più volte l’Offelleria portandola agli attuali livelli. Si occupa della gestione amministrativa, dello sviluppo del laboratorio in qualità di Maestro pasticcere, dell’attività al dettaglio e della gestione del locale, che diviene punto di incontro delle famiglie e dei giovani della zona, facendo vivere la grande sala con attività artistiche, quali continue mostre di pittori e fotografi locali. La realtà della sua famiglia si sviluppa intorno all’attività della Offelleria. La moglie Alba fa conciliare la vita lavorativa con la crescita delle figlie, suo padre, il nonno Alfredo Incerti dedica molta cura all’attività di laboratorio, risolvendo i piccoli problemi quotidiani e creando ingegnosi arnesi che consentono di ottimizzare i tempi di produzione di molti prodotti artigianali. Stella Neri, sempre accompagnata da Ida Cavallin, sua appassionata aiutante e dama di compagnia per più di cinquant’anni, rimane parte attiva della vita dell’Offelleria fino agli anni settanta. In tempi più recenti la figlia Stefania si dedica alla gestione dell’azienda per alcuni anni, anche lei facendo conciliare l’amore per l’Offelleria con quello per la sua famiglia e le sue figlie Tosca e Laura.
 
Attualmente la gestione dell’attività è retta dal signor Fabio Feltrin, già conosciuto e stimato collaboratore dell’Antica Offelleria Bernardi da trent’anni e segno di continuità, di qualità e della cura dell’Arte di Pasticceria.