***** Marrons

Offelleria piena di clienti, momento di punta. Una signora chiese di comperare una scatola di marrons glaces. Bruno gliene offre alcune indicando peso e prezzo, e la signora chiese quanti ce ne siano in numero per ogni confezione. Bruno rispose, che nelle scatole, essendo un prodotto naturale, non è precisato il numero, ma il peso . “Scusi, in questa scatola quanti marrons glaces ci sono?” . “ Signora, le ho detto che non so precisare il numero, ma il peso”.  La signora insiste ed indicando altre scatole esposte: “ma in quelle quante ce ne sono?”. I clienti in attesa cominciano a sbuffare . “Signora, la prego, le ho detto il peso, non posso precisare il numero”.  “Si, ho capito. Ma in quella più grande quanti marrons glaces ci sono?”. Bruno la fissa e le risponde “due!”. La signora sbalordita: “due soli?”: E Bruno:  “ si, signora., ma grossi così…” . E fa il gesto con le mani per sottolineare il volume…….

***** Ciliegie Fabbri

Un giorno un signore, rivolgendosi a Bruno e presentandosi come venditore di collane di libri della casa editrice della Enciclopedia Fabbri, gli chiese se poteva mostragli le ultime edizioni e occasioni varie. Bruno acconsentì e, sedutosi ad un tavolo e offrendo un caffè, iniziò ad ascoltare tutte le varie edizioni e collane di libri. Alla fine della lunga presentazione il venditore, rassicurato da tanta attenzione estrasse il blocco commissioni e iniziò chiedendo: “ cosa posso scrivere?” e Bruno : “ha detto Fabbri, vero? Allora scriva che l’ultima partita di ciliegie al liquore non mi sembra all’altezza delle precedenti”.  E si alzò salutando l’esterrefatto venditore a cui venne offerto un ulteriore caffè con qualche pasticcino.

***** Il Caffe’

Nel periodo in cui veniva effettuata la chiusura dell’Offelleria nelle ore di sosta pranzo, un giorno Bruno si trovò momentaneamente solo. Un cliente, appena entrato, chiese un caffè con panna, che veniva servito in tazza grande con l’aggiunta di un cucchiaino di zucchero prima di mettere la panna. Era esattamente il modo in cui lo preparava abitualmente per se stesso. Preparato il caffè, Bruno assonato e sovra pensiero, mescolò lo zucchero e lentamente se lo bevve. Rinvenuto, vedendo che il cliente lo osservava fissamente, Bruno non sapendo che dire, mormorò “buono!”. Il cliente, calmo e serio, chiese: “scusi, quanto pago?”.

***** Fratello
Bruno, stanco dell’assedio, a volte veramente insistente, dei vari rappresentanti e venditori, si inventa un fratello e comincia a rispondere: “mi dispiace, bisogna che si rivolga al mio fratello”. “Suo fratello? Ma Bruno non è lei?” . No, Bruno è mio fratello gemello. Adesso è fuori azienda.”. La storia continua e fa il giro del paese, diventa un adagio: “dov’è tuo fratello?”; “Come sta tuo fratello?”. Un frequentatore occasionale, sente le domande ripetute e chiede: “ma davvero ha un fratello?”. “Certo, purtroppo. Mi causa tanti dispiaceri e preoccupazioni”. “Perché?”. “Si figuri che adesso mi è tornato a casa, dopo aver fatto sei anni in un manicomio criminale”. “Oh, mi dispiace, chissà quanti guai!”. “Non me ne parli, una vera disgrazia!”: Dopo tanti disastri, mi è tornato in casa solo tre giorni fa!”. “E adesso?”. “Adesso è scappato con mia moglie e non so dove siano!”. Un altro frequentatore che ha assistito al dialogo scuote leggermente la testa ed esce mormorando “che fameja”.